Con il presente libro intendo sollecitare il mondo scientifico ad approfondire con più attenzione gli studi sull’ antica Stabiae. Ritengo che la cosa più interessante per chi studia archeologia o, come nel mio caso, per chi è semplicemente affascinato dalla storia romana, consista nello studiare un sito archeologico di cui si conosce ancora poco, intuendone il grande valore. Infatti, a differenza di Roma, Capua, Pompei, Ercolano ed altri siti, poco si sa dell’antica città di Stabiae, sia del periodo preromano che romano. Questa città , allora come oggi, doveva essere bellissima nonostante tutte le devastazioni subite, come le continue lotte con Roma culminate con la distruzione ad opera di Silla nell’89 a.C., il terremoto del 62 d.C. e l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. In questo momento particolare di crisi economica, sociale e culturale sarebbe veramente importante valorizzare il nostro sito archeologico, che già oggi non ha nulla da invidiare ai siti più noti del mondo. Spesso gli storici si sono soffermati sui reperti rinvenuti nelle necropoli etruschi o di epoca sannitica di via Madonna delle Grazie o di Privati ed altri siti, hanno apprezzato la qualità della pittura di Stabiae ma nessuno finora ha mai pensato che quegli affreschi potessero rappresentare una città reale o verosimile. Io vorrei focalizzare l’attenzione degli studiosi sul contenuto della pittura stabiana, suggerendo una nuova ipotesi di lettura degli affreschi delle ville di Stabiae, anche alla luce dei recenti studi geologici del sinus stabianus. L’interpretazione della serie di affreschi provenienti dalle ville Arianna e San Marco di Stabiae qui presentati è frutto di intuito e di nozioni di disegno tecnico per quanto riguarda l’uso della prospettiva e l’applicazione della topografia in relazione alla loro probabile ubicazione nel sinus Stabianus, quindi non un documento scientifico ma un semplice stimolo all’approfondimento.

Copertina del libro
Stabiae
città lagunare dell'antica Roma
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